Kosher

Significato

Kosher (o Kasher) è una parola ebraica entrata ormai nel vocabolario delle lingue di tutto il mondo. Letteralmente significa valido, adatto, buono, e viene utilizzata per indicare il cibo preparato secondo le regole della Kasherut, un insieme di norme che derivano essenzialmente dalla Torah, dal Levitico e dal Deuteronomio. Queste regole sono state poi affinate e in qualche modo codificate all’interno del Talmund.

In sintesi la Kasherut spiega agli ebrei i cibi che la religione concede loro di mangiare, quelli che invece sono vietati, e i metodi per prepararli. Le regole sono talmente tante e talmente complesse che appare difficile riassumerle, ma ci proviamo.

Le regole

Gli animali

Gli animali intanto: secondo le regole della Kasherut si possono mangiare solo i mammiferi che ruminano e che hanno lo zoccolo diviso a metà. È proibito il consumo di tutti gli altri, come il maiale, il coniglio e il cavallo. Altra regola molto importante è quella di non mescolare latte e derivati con la carne. Questa indicazione deriva da un versetto della bibbia che recita: “non cucinerai il capretto nel latte di sua madre”. I pesci autorizzati sono solo quelli che hanno scaglie e pinne, mentre sono vietati i molluschi, i crostacei e i frutti di mare, al pari di rettili e invertebrati, con la sola eccezione di quattro specie di cavallette nominate nel Levitico, che però sono raramente consumate. Fra gli uccelli si possono mangiare solo quelli considerati domestici, come le galline e le anatre ad esempio, mentre è proibito il consumo di uccelli selvatici.

Frutta e verdura

Frutta, verdura, cereali, legumi sono prodotti per cui la Kasherut non pone particolari vincoli. Non si possono mangiare però i frutti di alberi che hanno meno di tre anni di vita, e nemmeno mescolare diversi semi. Quest’ultima regola però è valida solo ad Israele, mentre non è necessario osservarla nel resto del mondo.

Le bevande

Per quanto riguarda le bevande, mentre la birra e tutti i liquori che non provengono dall’uva sono autorizzati, il vino e tutte le sue derivazioni, compresi i superalcolici, per poter essere consumati devono essere esenti da prodotti chimici, ma soprattutto la loro produzione deve essere seguita scrupolosamente da religiosi. Anche le bevande analcoliche devono essere prive di conservanti, coloranti e altri prodotti chimici. Sul fronte del latte è ovviamente necessario che provenga da animali autorizzati.

La Kasherut però non si ferma qui, ma codifica anche l’alimentazione di particolari momenti della vita degli ebrei, come il Shabbat, ossia il riposo settimanale, e Pesach, la pasqua ebraica.

La certificazione

Con l’evoluzione della società e con il continuo aumento dei prodotti alimentari industriali in commercio, è nata l’esigenza di creare una certificazione Kosher. Questa dipende da un iter di controllo molto severo guidato da un ente rabbinico specializzato nella materia, che supervisiona tutte le fasi di produzione di un alimento, dalla provenienza delle materie prime, fino all’emissione in commercio. La certificazione attesta che il prodotto sia conforme alle regole della Kasherut, e che quindi sia Kosher.

Oltre alla certificazione Kosher generale ci sono altri due tipi di certificazione che si possono trovare sugli alimenti in commercio: Kosher Parve, rilasciata ai prodotti privi di latte e carne, e Kosher Passover, che invece identifica i prodotti non  contaminati da grano e derivati. La certificazione Kosher ha quindi una valenza che travalica quelli che sono gli aspetti religiosi, e diventa molto interessante anche per intolleranti e celiaci.

 



Commento

This post was last modified by Sara Viterbi on 15 Aprile 2016.

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