È una delle colture più scenografiche che si possano incontrare viaggiando per l’Italia: il girasole. Intere colline ricoperte di fiori gialli tutti orientati nella stessa direzione difficilmente lasciano indifferenti anche gli animi più aridi. Difficile pensare che tanta bellezza abbia poi anche risvolti pratici, talvolta perfino poco poetici, come l’allevamento zootecnico. Eppure tutto questo è il girasole, una pianta dai molti usi e dalle molte funzioni.
Storia
Il girasole è uno di quei doni che ci è arrivato dopo la scoperta del continente americano da parte di Cristoforo Colombo. I primi esemplari di questa pianta in Europa sono infatti stati introdotti dopo il 1500, inizialmente a puro scopo ornamentale. Ci abbiamo messo circa due secoli a capire che poteva essere utilizzato anche per ricavarci l’olio, ma da quel momento è stato un continuo aumento di popolarità. Oggi è diffusamente coltivato in tutto il mondo, lasciando il primato delle piante da olio alla sola soia
Caratteristiche
Fa parte della famiglia delle Asteraceae, l’Helianthus annuus. Il nome deriva dalla sua attitudine all’eliotropismo, ovvero alla sua capacità di mantenere il fiore sempre in direzione del sole. Helianthus deriva infatti dalla fusione di helios, cioè sole, e anthos, ossia fiore; annuus fa invece riferimento al suo ciclo di vita annuale. Si tratta di una pianta dal fusto molto alto, in grado di raggiungere i due metri. Sulla sua sommità, che si curva quando i frutti giungono a maturità, si trova un’infiorescenza che in termini tecnici viene definita calatide, di dimensioni che arrivano ai 40 centimetri di diametro. Quelli che siamo abituati a considerare petali sono in realtà fiori sterili sotto forma di grandi ligule gialle, mentre la parte centrale è formata da un numero massimo di circa 8000 piccoli fiori ermafroditi e fertili. È qui che si formano i numerosi frutti che costituiscono il tesoro della pianta. Si tratta di acheni, un frutto secco indeiscente di colore da nero a grigio scuro, che contiene il seme, composto per il 45-50% da olio.
Esistono ovviamente anche i girasoli da fiore. Si tratta normalmente di piante di dimensioni più ridotte, ramificate e quindi con più infiorescenza per pianta. Nel linguaggio dei fiori il girasole ha un significato molto allegro e spensierato, ma rappresenta anche l’amore, specialmente quello non ricambiato, per via della leggenda che lega questa pianta a Clizia, innamorata di Apollo e da lui trasformata in fiore perché stufo di essere seguito con lo sguardo tutti i giorni. Rappresenta anche il fiore perfetto per festeggiare vittorie e traguardi raggiunti, oltre che per augurare pronta guarigione agli ammalati.
Impieghi
Da 100 kg di semi di girasole si riescono ad ottenere circa 40 kg di olio, ricco di acidi grassi polinsaturi, largamente utilizzato nell’alimentazione umana. Come prodotto di scarto di questa lavorazione si ottiene invece un pannello molto ricco di proteine che viene utilizzato come alimento negli allevamenti zootecnici. L’olio di girasole va usato con attenzione per friggere, ma da crudo è un’ottima fonte di acido linoleico, oltre che di vitamina E, che gli conferisce proprietà antiossidanti. Anche i semi sono molto interessanti, oltre che versatili, con l’accortezza nel non esagerare nella quantità. Arricchiscono piacevolmente pane e prodotti da forno, ma sono perfetti anche nell’insalata, nello yogurt, oppure da soli, per uno spuntino proteico e sano.
Ricette
Spaghetti con crema di rucola, pompelmo e semi di girasole
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This post was last modified by Sara Viterbi on 19 Gennaio 2016.
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