Storia
Pare che il sesamo sia uno dei condimenti più antichi utilizzati dall’uomo. Non è un caso che se ne trovi menzione in alcune tavolette d’argilla di epoca sumera, datate 2.300 anni prima di Cristo. Di sicuro lo usavano anche a Babilonia, nei dolci, per ricavarne vino e alcool, ma anche olio e cosmetici. I greci arrivarono a proibirlo fra i partecipanti ai giochi di Olimpia. Gli atleti infatti erano soliti ingerire i semi di sesamo per aumentare le proprie prestazioni: il primo caso di doping della storia. Chi era sorpreso in possesso di sesamo poteva essere sanzionato, escluso dai giochi o addirittura condannato a morte.
Caratteristiche
Una storia strana insomma, quella di questi piccoli e croccanti semini tanto diffusi e tanto apprezzati anche in Italia. Derivano da una pianta erbacea che arriva ad essere alta mediamente attorno ai 50 centimetri, ma che può arrivare anche al metro. Il suo nome scientifico è molto simile a quello volgare: Sesamum indicum, della famiglia delle Pedaliaceae. Come suggerisce il nome ha la sua origine nelle Indie Orientali. Oggi lo coltivano diffusamente in India, Cina e Birmania, mentre in Europa lo possiamo trovare in Grecia. La pianta è annuale, con fusto eretto, evidentemente pubescente. Le foglie sono lanceolate verso l’apice, più arrotondate verso la base, con un picciolo molto corto. I fiori nascono all’ascella delle foglie e sono dotati di una corolla quasi cilindrica, di colore bianco con puntini neri. Danno origine a capsule erette, allungate, che contengono circa 50 semi ciascuna. I semi possono essere di colore chiaro o molto scuro, quasi nero. Il gusto però non cambia.
Proprietà
I semi di sesamo sono ricchi di di acido oleico e acido linoleico, un poco di vitamina E e molte proteine. Da considerare anche il contenuto in calcio, ferro e fosforo. Hanno una sola controindicazione: sono un alimento allergizzante. Per questo la loro presenza negli alimenti va obbligatoriamente segnalata in etichetta.
Pur dall’alto del loro importante apporto calorico (600 kcal per 100 grammi di prodotto), i semi di sesamo sono un’ottima fonte di calcio per il nostro organismo. I soliti 100 grammi ne contengono infatti dagli 800 ai 1000 milligrammi, che li rende una delle principali fonti vegetali di questo prezioso elemento.
Impieghi
Gli usi in cucina dei semi di sesamo sono veramente molti. Sono molto ricchi di sostanza grassa (45-55% del peso) e per questo vengono utilizzati per la produzione di un olio che viene molto apprezzato in oriente. In realtà il suo uso non è solo alimentare, ma viene usato anche nell’industria farmaceutica e in quella cosmetica. I semi tal quali forniscono un’ottima panatura per gamberi e tonno, finiscono spesso e volentieri in dolci, nel pane e in numerose insalate, donando croccantezza. Ma il sesamo è anche l’ingrediente principale della tahina, salsa ricavata dalla farina di semi di sesamo mescolata con il suo olio, spesso usata come condimento. In Giappone mescolano i semi tostati con poco sale (la proporzione di solito è 7:1), per creare il Gomasio, un condimento perfetto per chi soffre di ipertensione.
Ricette
Pomodorini al sesamo con prosciutto crudo
Cioccolatini fondenti con ganache al sesamo
This post was last modified by Sara Viterbi on 19 Gennaio 2016.
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