Nasce da un’invenzione geniale: l’aggiunta alla pasta di cacao di nocciole tostate e tritate. Un matrimonio combinato e riuscito tra la forza del
Ma a chi va il merito dell’invenzione? E in quali circostanze fu creato? L’idea si attribuisce a Michele Prochet, che già dal 1852 produceva quella pasta di cioccolato
A fare scattare a Prochet la scintilla creativa, secondo i cronisti dell’epoca, lo stato di necessità: il prezzo del
Il tocco finale lo diede il “colpo di cucchiaio” sfociato in quel piccolo ceppo triangolare, spicchio o barchetta rovesciata dal profilo che ricorda l’ala del cappello della popolare maschera da cui prende il nome. Fu proprio Gianduia (originariamente Gian d’la duja, alias Gian del boccale) a conferirgli la fama: pare che sia stato “lui”, durante il carnevale del 1865, a distribuire alla folla quegli straordinari cioccolatini, autorizzando la Caffarel a battezzarli con il proprio nome per celebrare l’occasione. Il Gianduiotto, tra l’altro, è stato il primo cioccolatino ad essere incartato nella stagnola, in questo caso dorata.
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