Storia
La fava tonka era famosa fino a pochi anni fa solo fra gli appassionati dell’arte profumiera. Il suo contenuto in cumarina le ha riservato un ruolo da protagonista in diversi profumi, grazie alle sue note calde e dolci. La pianta da cui deriva è originaria del Sud America, dove si trova ancora allo stato selvaggio. Oggi il suo uso in cucina è sufficientemente comune anche nei ristoranti italiani.
Caratteristiche
La fava tonka è il seme della Dypterix odorata, pianta che appartiene alla famiglia delle Fabaceae. Le sue dimensioni sono abbastanza contenute, con una lunghezza media di circa 3-4 centimetri. Da fresca si presenta di colore marrone e aspetto liscio, mentre con il passare del tempo e l’essicazione diventa nere e decisamente rugose. L’interno è di colore bianco, con un aspetto grasso. Se trovate in commercio fave tonka dotate di una patina biancastra è perché sono state messe a macerare per qualche giorno dentro il rum. Questo procedimento le rende ancora più profumate.
Proprietà
Le proprietà della fava tonka dipendono dal suo contenuto in cumarina, una sostanza che alle alte dosi può essere tossica. Ma non allarmatevi: bisogna mangiarne più di trenta per avere problemi. La fava tonka a basse dosi ha un blando effetto sedativo e aiuta a calmare la tosse.
Impieghi
La fava tonka, oltre che in profumeria, da qualche anno si usa comunemente in cucina. Si sposa molto bene con il cioccolato, ma anche con la zucca. La si può utilizzare anche in diverse creme a base di latte, su torte di frutta, nei plumcake, ma anche in risotti o primi piatti. Per apprezzarne al meglio l’aroma va grattugiata all’ultimo momento durante la finitura del piatto.
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This post was last modified by Sara Viterbi on 21 Ottobre 2016.
- 21 Ottobre 2016 @ 17:06:01
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