Chiodi di garofano
Sebbene il nome ne suggerisca la presenza, il garofano non ha nulla a che vedere con questa spezia che, invece, si ricava dai boccioli acerbi ed essiccati di una pianta della famiglia del mirto e dell’eucalipto, originaria delle Molucche. I chiodi di garofano, per il loro intenso aroma dolce, caldo e un po’ pungente, si utilizzano in molte cucine del mondo.
Al momento dell’acquisto controllare che i chiodi siano integri (non rotti o polverosi) e abbiano un aspetto sano, indice di un buon contenuto d’olio essenziale.
Storia
Per trovare la sua origine dobbiamo spostarci nelle Molucche, gruppo di isole che fanno parte dell’Indonesia. Lì nasce e cresce allo stato spontaneo l’Eugenia caryophyllata, famiglia delle Mirtaceae, e proprio da lì ha lentamente colonizzato tutto il mondo, a partire dai primi traffici commerciali, che vedevano nei carichi di spezie delle navi una ricchezza inestimabile. La sua storia e fortuna parte però molto prima, nella Cina di oltre 2000 anni fa, dove la spezia era diffusa e apprezzata, tanto da rendere una consuetudine tenere un chiodo di garofano in bocca quando si parlava con le autorità. Da lì il chiodo di garofano si spostò in India e poi giù, verso l’impero romano. A diffonderne definitivamente l’uso in Europa ci pensarono però, qualche secolo più tardi, gli Arabi. Da quel momento è entrato nella nostra cucina per non uscirne più.
Caratteristiche
Pochi però sanno l’origine precisa di questa spezia: si tratta di un bocciolo fiorale, che viene raccolto prima della schiusura e fatto essiccare. Guardandolo con attenzione possiamo ancora distinguere il lungo calice, i quattro sepali che formano la corolla e i petali che ancora si devono schiudere. La pianta che li genera è un albero sempreverde che raggiunge l’altezza di circa 15 metri, con foglie di colore rosato da giovani, ma che con il passare del tempo tendono a diventare verde scuro. I boccioli appaiono dopo la stagione delle piogge, riuniti in pannocchie presenti all’apice del ramo. Si raccolgono quando dal colore verde tendono a virare verso il rosa, e si fanno essiccare. Ogni pianta riesce a produrre al massimo 3-4 kg di boccioli, che danno origine a circa 1 kg di chiodi di garofano pronti per la vendita. Questa scarsa produzione è uno dei motivi del costo elevato di questa spezia. Oggi la sua coltivazione è ampiamente diffusa a Zanzibar, in Madagascar e Indonesia.
Proprietà
I chiodi di garofano sono da sempre utilizzati nella medicina popolare per le loro innumerevoli proprietà: sono antisettici, antinfiammatori, riscaldanti, lenitivi, stimolanti e chi più ne ha più ne metta. Utilizzati da secoli per il mal di denti, il loro olio essenziale finisce spesso nella composizione dei dentifrici. L’importante è non esagerare ed evitare l’assunzione durante il periodo di gravidanza.
Impieghi
Una spezia piccola il chiodo di garofano, eppure in grado di dare la sua impronta indelebile e inconfondibile a ogni piatto. Per questo gli usi in cucina sono così variegati, spaziando dal dolce al salato, dal solido al liquido. Si possono usare quasi ovunque, su carni, ragù, verdure, legumi. Spesso vengono anche utilizzati per aromatizzare il vino, i liquori e alcuni dolci, oltre che per realizzare infusi e tisane. Trovano un loro impiego anche nell’industria cosmetica e in quella dei profumi, grazie all’intenso profumo, pungente e tendente al fruttato. In casa si possono usare, racchiusi in un sacchetto, per profumare la biancheria negli armadi e tenere lontane le tarme, mentre tradizionalmente una piccola quantità lasciata in una ciotola in dispensa evita la presenza di quelle fastidiose farfalline che attaccano la farina, il riso, la pasta e i biscotti.
Ricette
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This post was last modified by Sara Viterbi on 18 Gennaio 2016.
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