Topinambur

Topinambur

Il nome scientifico del Topinambur è Helianthus tuberosus, ma questo tubero viene chiamato in molti modi diversi: rapa tedesca, carciofo di Gerusalemme, tartufo di canna, tubero del Canada, girasole del Canada, Ciapinabò, Tupinabò, Taratufolo, Trifola, Patacca, carciofo di canna, patata del Canada, solo per citare i più ricorrenti. La famiglia è quella delle Asteraceae, e il suo genere di appartenenza tradisce la parentela stretta con il comune girasole, con il quale viene alle volte confuso.

Storia

L’origine è nord americana, dove viene coltivato già dai nativi prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo e dei successivi colonizzatori europei. Ci mette un po’ ad arrivare in Europa, dove sbarca attorno al 1600, per poi diffondersi negli orti, nei giardini e nei campi. Perché il topinambur è molto apprezzato anche a livello ornamentale, per i suoi bei fiori gialli che si stagliano fino a 3 metri d’altezza. Si possono notare anche allo stato spontaneo, fra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, lungo i corsi d’acqua, nei campi incolti, lungo le strade di campagna. in Italia viene coltivato soprattutto nel Piemonte.

Caratteristiche

La raccolta, sia allo stato spontaneo che nelle coltivazioni, avviene in autunno, quando il fusto si secca e cade a terra. La parte edule sono i tuberi che si formano a partire dalle radici. L’aspetto è bitorzoluto, irregolare, quasi squamoso. La buccia è di colore marroncino-giallo, talvolta tendente anche al rosso. La polpa interna invece è bianca, più fibrosa negli esemplari raccolti allo stato spontaneo, più tenera nei tuberi coltivati e che normalmente si trovano in commercio. Se il tubero ricorda da vicino la patata, con la quale condivide la funzione di organo di riserva per la pianta, in realtà il gusto viene molto più spesso accostato a quello del carciofo. Si può consumare crudo, all’interno di insalate, o molto più frequentemente cotto, semplicemente lessato e condito, oppure in preparazioni più complesse come zuppe, purè, risotti.

Proprietà

Molto utilizzato in passato nei periodi di carestia, il topinambur non è mai riuscito a scalzare la patata nella coltivazione mondiale. È però molto apprezzato da chi soffre di diabete grazie al contenuto in inulina, che gli conferisce un minore carico glicemico rispetto agli altri tuberi commestibili. L’inulina è infatti un tipo particolare di amido che il nostro organismo non riesce ad utilizzare appieno. Viene solo parzialmente scisso producendo fruttosio, ma la maggior parte non viene utilizzata, rimanendo nello stomaco e nell’intestino come fibre insolubili; in questo modo si aumenta il senso di sazietà e si riduce l’innalzamento della glicemia dopo il pasto. Spesso il topinambur viene anche definito come un alimento probiotico, in quanto costituisce un terreno di coltura favorevole per la flora batterica intestinale. Per questo viene consigliato anche per combattere i problemi intestinali legati alla cattiva digestione.

Ricette

Crema di topinambur con olio alle erbe

Tortini di topinambur e patate al gorgonzola

Tonno rosso in crosta di sesamo, purè di topinambur e tartare all’anice stellato



Commento

This post was last modified by Sara Viterbi on 19 Gennaio 2016.

  • 19 Gennaio 2016 @ 15:08:51
  • 17 Dicembre 2015 @ 15:51:51
  • 14 Dicembre 2015 @ 11:05:56
  • 14 Dicembre 2015 @ 11:04:21
  • 14 Dicembre 2015 @ 11:03:46 [Salvataggio automatico]
  • 10 Dicembre 2015 @ 18:11:15

This post was created by Il Cucchiaio d'Argento on 10 Dicembre 2015.