Rabarbaro è il nome di numerose piante erbacee utilizzate sia in pasticceria sia per la produzione di liquori sia per scopi terapeutici.
Storia
Il rabarbaro è una pianta dalle antichissime tradizioni, utilizzato da sempre a scopi medicinali. Le prime testimonianze ci arrivano dalla Cina, circa 2000 anni prima di Cristo, ma poi proseguono nei secoli a venire grazie agli scritti di Dioscoride, medico e botanico greco, di Plinio il Vecchio, fino ad arrivare a Marco Polo, che lo cita ne Il Milione come reubarbaro. Il nome deriva dall’unione di due parole greche:
Caratteristiche
Il nome comune rabarbaro riconduce a tutta una serie di specie botaniche della famiglia delle Polygonaceae. Nella maggior parte dei casi da noi ci si riferisce al Rheum palmatum, il cosiddetto rabarbaro cinese. Si tratta di una pianta erbacea molto vistosa che presenta un grosso rizoma, delle grandi foglie di colore verde intenso, divise in lobi. I gambi sono di colore tipicamente rossastro e molto ricchi di succo. I fiori sono estivi, di colore giallastro e riuniti in pannocchie. Danno origine a un frutto caratteristico: un achenio pendulo con tre facce.
Impieghi
L’utilizzo in cucina non è molto ampio, ma chi lo apprezza lo utilizza per diverse ricette che spaziano dal dolce al salato, alcune delle quali raccolte anche nel nostro sito. L’utilizzo più classico è quello di trasformare i gambi del rabarbaro in confetture o composte, da soli o associati a frutti quali le fragole o le pere. Molto classico anche l’uso in pasticceria all’interno di torte, grazie al sapore amarognolo che crea gradevoli contrasti. L’importante è non utilizzarne le foglie, che sono tossiche a causa dell’elevato contenuto in ossalato di calcio.
Proprietà
La tossicità del rabarbaro è un elemento da tenere in forte considerazione, soprattutto quando viene utilizzato a scopi terapeutici. In questo caso si fa uso del rizoma, che viene raccolto ed essiccato, in quanto molto ricco in flavonoidi, tannini e derivati antracenici. Sono questi ultimi a rendere il rabarbaro un ottimo rimedio contro problemi a livello dell’apparato digerente, stando attenti però a non esagerare. Il sovradosaggio infatti può portare a sgradevoli inconvenienti come la dierrea, dolori addominali e calo del livello del potassio nell’organismo. Per questo l’uso terapeutico del rabarbaro è da evitarsi da parte delle donne in stato di gravidanza, dei bambini sotto il 12 anni e in caso di problemi cronici a carico dell’apparato digestivo. In ogni caso l’uso del rabarbaro come prodotto da erboristeria deve essere consigliato e seguito da uno specialista: niente cure fai da te.
Ricette
Soufflè con rabarbaro e fragole
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