Storia
Attorno alla pitaya ruota una bella leggenda. Migliaia di anni fa, quando ancora i draghi popolavano la terra, si scatenò una guerra fra i soldati dell’imperatore cinese e questi animali sputafuoco. I draghi sconfitti, prima di esalare l’ultimo respiro, facevano uscire dalla bocca proprio la pitaya, che veniva portata in dono all’imperatore quale simbolo di vittoria. Nel frattempo i soldati mangiavano la carne del drago per assorbirne la forza. Per questa ragione, ancora oggi, la pitaya viene chiamata anche frutto del drago.
In realtà la pitaya è nativa della parte più a sud del Messico, della costa pacifica del Guatemala, Costa Rica ed El Salvador. Oggi è ampiamente diffusa e coltivata anche nei paesi del Sud-est Asiatico, come Thailandia e Vietnam.
Caratteristiche
Il nome scientifico della pianta di pitaya è Hylocereus undatus, specie che appartenente alla famiglia delle cactaceae. Si tratta di una pianta molto scenografica, tanto che inizialmente veniva utilizzata per scopi ornamentali, perenne e che cresce molto in fretta. Le sue ramificazioni sono tipicamente triangolari e ricadenti. Ogni ramificazione è formata da tre ali dal margine molto ondulato e dotate di spine. I fiori sono di colore bianco e giallo e hanno la singolare caratteristica di aprirsi all’arrivo del buio e richiudersi la mattina dopo. La fioritura dura una singola notte. Dalla loro impollinazione si origina un
Proprietà
La pitaya è un
L’apporto calorico è piuttosto modesto, pari a circa 35 kcal per 100 grammi di polpa. Molto interessanti sono anche le proprietà diuretiche, che aiutano a contrastare la ritenzione idrica.
Impieghi
La pitaya è un
Suggerimenti
La pitaya si trova tutto l’anno dai fruttivendoli più forniti, magari specializzati in frutta tropicale. Si conserva in frigorifero per circa una decina di giorni, a patto di lasciarla intera.
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- 12 Luglio 2017 @ 12:08:15 [Salvataggio automatico]
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