I mirtilli sono tanti, anche se noi siamo abituati ad usare questo termine al singolare, pensando a quella bacca nero bluastra che finisce in yogurt, marmellate o preparazioni di pasticceria. Un frutto di cui si fa un gran parlare per le sue proprietà salutistiche dovute principalmente all’elevato contenuto in antociani.
Caratteristiche
La specie che più spesso associamo al concetto di mirtillo è quello nero, il Vaccinium myrtillus. Si tratta di una pianta che arriva al massimo ai 40 cm, molto facile da incontrare durante le salutari passeggiate in montagna. Cresce infatti allo stato spontaneo e in abbondanza in luoghi elevati, come i boschi e le brughiere sia delle Alpi che degli Appennini. È una pianta che resiste molto bene al freddo e che si spinge oltre il limite superiore degli alberi, formando estesi vaccinieti ad alta quota. Le foglie sono piccole e dentate, i fiori sono quelli tipici della famiglia di appartenenza, le Ericaceae, a forma di orcio rovesciato, penduli e di colore rosa-grigio. Il loro nettare è molto appetito dagli insetti nel corso della primavera. Il
Molto simile, ma facilmente distinguibile in fase di raccolta, è il mirtillo rosso, ossia il Vaccinium vitis-idaea. Qui la pianta è più alta, a portamento arbustivo, i fiori hanno le corolle più profondamente lobate, e il
Se passiamo invece ai mirtilli coltivati dall’uomo dobbiamo far riferimento a due specie che arrivano dal continente americano. La prima è il mirtillo gigante americano, il Vaccinium corymbosum. Si tratta di una pianta spontanea nel suo luogo di origine, che nel tempo ha subito selezioni e miglioramenti genetici, che l’hanno portata a essere diffusamente coltivata in tutto il mondo. Si tratta di un arbusto che può raggiungere anche i 2-3 metri di altezza, dalle foglie tipicamente caduche e dalla produttività molto elevata. Queste caratteristiche, insieme alla forte resistenza alla manipolazione dei frutti, ne hanno permesso la diffusione, tanto che ormai quasi tutti i mirtilli freschi che acquistiamo al banco frutta provengono proprio da questa specie. Le bacche, pur di colore molto simile a quelle del mirtillo nero, si distinguono per le dimensioni decisamente maggiori e per la buccia, molto più resistente e croccante.
Terminiamo questo breve excursus con il mirtillo rosso americano, molto più noto con il suo nome anglosassone cranberry. Qui ci spostiamo verso un’altra specie, il Vaccinium macrocarpon, piccolo arbusto originario dell’America del nord. Il portamento è cespuglioso e la pianta si sviluppa più in larghezza che in altezza. È nota per i suoi frutti rossi di notevoli dimensioni (da cui il nome scientifico macrocarpon), dal sapore dolce piacevolmente contrastato da note acidule. Viene diffusamente coltivato e consumato negli Stati Uniti, dove si ricavano succhi, confetture e composte. Si conserva anche essiccato, per il consumo nel corso dell’inverno tal quale o come componente di muesli e altre preparazioni. Gli vengono attribuite proprietà antibatteriche e antinfiammatorie, e per questo viene spesso utilizzato nella cura e prevenzione di infezioni alle vie urinarie e cistiti.
Proprietà
Anche il nostro mirtillo nero è un concentrato di virtù, studiate negli ultimi tempi soprattutto in riferimento all’elevato contenuto in antociani, per la verità inferiore nel mirtillo gigante rispetto al mirtillo nero. Questi potenti antiossidanti conferiscono al mirtillo nero diverse funzioni, come la prevenzione della cellulite, la riduzione della ritenzione idrica, il miglioramento della circolazione sanguigna. Ma sono utili soprattutto per combattere i radicali liberi e quindi l’invecchiamento cellulare, oltre che nella prevenzione di malattie cardiovascolari.
Ricette
Capriolo alla salsa di mirtilli
Muffin ai mirtilli con il Bimby
Torta al mascarpone con ribes e mirtilli
Crostata alla confettura di mirtilli
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This post was last modified by Sara Viterbi on 19 Gennaio 2016.
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